Ma che ti ho fatto nascere a fare?

Vorrei che il drago mangiasse la strega 
e che la fiaba finisse in tragedia
mentre la guerra divampa nel regno
e rade al suolo ogni lieto disegno
 
Vorrei che i porci finissero in vacca
e tutti i vecchi dentro la cacca
dentro una bolgia totale infinita
apocalisse di fine partita.
 
Ma il tempo passa e mi rende di burro
e mi dà sete solo d'azzurro,
quindi riprendo a trovare le rime
lasciando a parte ciò che mi opprime.
 
Vorrei che il mago mangiasse la strega
e che non fosse mai una sorpresa
quando le cose vanno diritte
e non si contano le sconfitte
 
Vorrei la luna nel cielo a ogni ora
e stelle cadenti per ogni signora
portare il dolore giù dalle soffitte
per dare soltanto benzina alle slitte
 
Vorrei che sul ghiaccio non si scivolasse
Tornare alla scuola come capoclasse
Mangiare spaghetti per non ingrassare
Bagnarmi le scarpe per un temporale
 
Viaggiare per sempre senza denaro
Volare nel cielo senza aeroplano
Nuotare di notte ignorando lo scuro
Amare quell'uomo che mi ama sicuro
 
Scrivere sempre, e senza le penne
Guidare a manetta restando indenne
Cantare forte a squarciagola
Trovare un milione dentro un'aiuola.
 
Ma a tutto questo saprei rinunciare
se ti potessi di nuovo abbracciare
Stretta per sempre in quel nostro tempo
che ignora il freddo, la fame e il vento.
 
© Caterina Somma

Fiamme e sposi

 
No, noi non eravamo anime gemelle.
Quelle sono un'altra cosa. Sono esseri distinti che vivono, agiscono e pensano in modo differente ma sentono le stesse cose, nel profondo e sulla pelle. Entità che vivono la maggior parte delle loro vite distanti pur essendo sempre connessi. Che hanno compagni, figli, case e luoghi diversi, ma stessi sogni, progetti, luoghi del cuore. Che se in questa esistenza non si trovano vagano tutta la vita senza capire cosa gli manca. Le poche che hanno la fortuna di incontrarsi sentono di conoscersi da sempre. Sentono di aver finalmente trovato quello di cui sentivano la mancanza. Entrando di nuovo in risonanza scuotono il mondo, dimostrando la potenza dell'amore, che si crea e mai si distrugge. E quando si lasciano sanno che non succederà mai per davvero.

No, noi non siamo anime gemelle, ma siamo sposi. Due persone che amano l'altro per quello che è, che non vogliono cambiarlo. Che amano l'altro con tutte le proprie forze. Che respirano insieme e insieme costruiscono, cadono e si rialzano. Le anime gemelle non hanno possibilità di scegliersi, gli sposi invece lo fanno, consapevoli e convinti. E con quella convinzione che li contraddistingue scelgono di camminare fianco a fianco, sulle ali degli angeli e nelle fiamme dell'inferno, in terra, dove si sono conosciuti e scelti. Hanno il compito di dimostrare come è possibile creare dal nulla quella vibrazione che dà energia e sostanza. Forse saranno future anime gemelle in un'altra vita, chissà.

Ma io che sono fiamma e sposa so. So che fiamme e sposi bruciano. Ardono e si consumano dello stesso amore. Quello che accende di luce il giorno e che impuntura il cielo, la notte, di stelle.



Ancora o basta


E voi che siete? Un "ancora-ancora" o un "basta-basta"?
Ad un ancora-ancora la vita non basta mai. Ha sempre fame, e sete, di novità, di persone nuove, di posti sconosciuti. Ha sempre voglia di esplorare i tempi, ha un passato da capire e un futuro da sognare. Per un "basta-basta" invece è tutto molto relativo. Ed è sempre tutto troppo. Il tè nella tazza è sempre più di quanto vorrebbe berne, il cibo nel piatto più di quanto riuscirebbe mai ad ingerire.
Per un basta-basta d'estate fa sempre eccessivamente caldo e la luce del sole è sempre troppo forte, fastidiosa, come l'acqua della doccia sulla faccia: eccessiva davvero. Un basta-basta si trova a disagio quasi in tutte le situazioni e in tutti i luoghi, che sono sempre un po' scomodi e inadeguati rispetto a come dovrebbero essere. Ogni uscita di casa è disturbata dal troppo vento, dal troppo rumore, dal troppo tempo passato insieme agli altri e nel mondo.
Un basta-basta sostiene che gli ancora-ancora non si accontentino mai, ed è convinto che lui sia sempre nel giusto, ma in verità è esattamente il contrario. Il principino basta-basta si comporta da pesce fuor d'acqua ogni volta che esce dalla sua zona di comfort, lo sprovveduto, ingenuo ancora-ancora è aperto a qualsiasi situazione, perché si trova bene praticamente ovunque guardando il mondo con lo stupore di un bambino, con apertura e fiducia verso il prossimo. Anche se talvolta inciampa e cade. E si fa pure e spesso tanto male. Ma ad un ancora-ancora cosa volete che importi...

Anniversari


Dissi "Devo parlanti, è importante". Dopo una breve conversazione telefonica lui rispose che mi avrebbe raggiunto in pochi minuti. Appuntamento sulla piazzetta, in cima alla ripida scalinata che saliva dalla spiaggia, divorata due gradini alla volta col cuore in gola. Cinque minuti di silenzio prima di trovare il coraggio di aprire bocca, poi uscì soltanto un "te lo scrivo". Presi carta e penna da un blocchetto assicurato con una ventosa al parabrezza, esitai un attimo, poi scrissi velocemente cinque parole. Seduta nella sua macchina, la maglietta sopra il costume, lui in piedi, vestito di tutto punto, poggiato allo sportello aperto, gli porsi il bigliettino, lui lo lesse. Muovendo impercettibilmente la testa aveva spostato il suo sguardo in basso, sulla sinistra, per qualche secondo di troppo. Nel suo gesto riconobbi soltanto un po' di imbarazzo e il conforto di una conferma ricevuta, ma null'altro. Eppure c'era dell'altro nella sua espressione, che colsi comunque ma ignorai, in quel mentre infinito che impiegò per rimettere di nuovo i suoi occhi nei miei. In quel momento ero la ragazzina più felice del mondo, quella che era riuscita ad ammettere per la prima volta l'incoffessabile e che dopo un suo "Ciao, ci sentiamo" imboccava di nuovo quelle scale, stavolta in discesa, quasi volando, per ritornare sulla spiaggia senza nemmeno una parola di risposta alle sue.
Andai dritta verso il mare, mi buttai in acqua a testa bassa e nuotai, nuotai metri e metri a delfino, per un tempo indefinito. Cantando forte, in apnea, mentre guadagnavo il largo. Quando ripresi fiato mi accorsi che la riva era lontana. Alzai lo sguardo al cielo, di un azzurro così intenso da perderci la testa. Chiusi gli occhi, sentii forte l'odore del sale e assaporai la quiete silenziosa dell'acqua di settembre. Guardando il mondo e le persone da lontano, distanti, non solo nello spazio.
Sì, lo sapevo: avevo appena dato inizio alla mia vita da adulta.

#12settembre1982 #12settembre2022




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