Strano Natale, strano Capodanno. Stanno tutti male, influenza o Covid poco cambia, il male del mondo è ovunque, la guerra è lontana solo per chi non vuole vedere.
Mi sforzo di fare festa, cucinare, apparecchiare, servire, condividere. Mi sforzo di fare auguri per una vita serena, per un mondo migliore, per gestire rabbia e dolore che sono solo lo specchio dell'impotenza, la nostra mostruosa spina nel fianco. Tutti o quasi tutti combattono con questa bastarda, quella che fa sentire inutile ogni tuo piccolo sforzo, vano quel piccolo gesto che credevi, nell'atto di compierlo, il mattoncino buono per tirare su la grande casa. Quella maledetta impotenza che fa sembrare il bianco un po' più opaco e il nero mestamente slavato, quella che non ti fa vedere il contrasto e le differenze, quelle che devono esserci e di cui andare fieri, quelle che servono per far funzionare una società. L'eterogenicità che non divide, anzi, è la pietra miliare che rifugge l'omologazione e l'appiattimento.
Finchè... In questo mare di grigio dove sai di essere diverso dai morti solo perché il tuo respiro ancora appanna i vetri, accade qualcosa. A me, quasi sempre, accade una cosa precisa. Arrivano due note nuove, che abbracciano il mood di queste mie giornate, e sento di nuovo quella spinta diversa, che parte dal cuore e che accende il motore. Sento che c'è ancora da fare, possibilità diverse di essere, perché c'è ancora un'emozione da provare. E sono sempre e di nuovo qui a dire grazie ad una melodia, che riesce inaspettatamente a rimettere insieme i cocci, riporta i frammenti negli insiemi giusti, cerchi che si toccano, si scontrano, si fondono, si intersecano, pezzi che da soli non troverebbero un modo per far funzionare gli ingranaggi. Nessuna dose, nemmeno la più massiccia, dei prodotti di merda che ci propinano riuscirà mai a vincere contro quello che, seppur faticosamente, ogni tanto viene fuori dal cilindro magico, sbucando dal nulla, da quel tappeto di niente in cui vorrebbero farci vegetare. Il coniglio è sempre dietro l'angolo, ed è bianco candido, imprevedibile, divertente. Basta solo lasciare aperti i sensi, anche durante il letargo.