Cocaina

Chissà perché questa è una di quelle parole che fanno tanto clamore.
Io non la uso e non la userei perchè ho paura di perdere il controllo, ho paura di star male, perché non voglio nuocere ad altri e, soprattutto, perchè non voglio alimentare il suo mercato. Io no.
Ma non capisco perché faccia tanto effetto sapere chi e quanti, non capisco la morbosità relativa a chi la consuma, il disgusto e il disprezzo, almeno apparente, da parte dell'opinione pubblica, verso chi ha deciso di fondersi il cervello, per scelta. Come se, per farsi un'idea di qualcuno, si debba frugare nel suo guardaroba o nel suo frigorifero.
Quando guardavo giocare Maradona non pensavo alla droga che si faceva, quando vedo un Van Gogh non mi chiedo se le sue allucinazioni erano naturali, quando canto un pezzo dei Beatles non sto lì a chiedermi se è stato partorito prima o dopo aver fumato chissacché.
Affaracci loro. 
Il problema è un altro.
Morgan non è John Lennon, Elisabetta Canalis non è Marilyn Monroe.
Se Elvis è morto soffocato dalla sua bulimia, per me è stato strangolato dalla fame di successo.
Se Michael Jackson è morto per un sonnifero di troppo, per me è non si è più svegliato per la paura di ritrovarsi solo con se stesso.
Che usassero o meno la droga, secondo me, è qualcosa che lascia il tempo che trova.



vincent van gogh - wheat field under clouded sky (1890)

Si perdona tutto, tranne il dolore


 
"Si dimentica prima una ferita che un insulto"
(Philip Dormer Chesterfield)
Capita.

Anche a Belen è capitato.
Quello che definisce il suo addio definitivo (ma chi ci crede) a Fabrizio Corona - secondo l'intervista che la ragazza ha rilasciato a "Vanity Fair" - sarebbe dovuto a questioni di fiducia "anche perché è capitato, negli ultimi tempi, che non mi fidassi di lui...", ammette. Non è una delle tante crisi passeggere, a sua detta, si tratta di un addio definitivo. Per i maligni, forse nessuno dei due trae più beneficio dallo stare insieme all'altro. Per i romantici, la passione è finita. Oppure.

Oppure è veramente una questione di fiducia persa. Fiducia: la quintessenza di un rapporto d'amore. Una volta perduta, nei confronti di una persona, difficilmente si recupera.

Sembra incredibile. Eppure è così. Gli errori si fanno, gli errori costano, gli errori fanno male. E si fanno. Ancora. Lo stesso. Bugie, sbagli, menzogne. Orrori dell'anima. Che procurano fratture all'osso che, una volta spezzato, non si risalda mai nel modo giusto. O si risalda e poi si spezza. O fa male quando cambia tempo. Per ricordarti che la frattura è stata piccola ma dolorosa, grande anche se silente. Come un tarlo, scava silenziosa, anzi mica tanto, finché distrugge il materiale di cui si nutre e manda tutto in pezzi. Silenzioso, il sospetto che nasce dalla mancanza di fiducia, lavora dentro e combatte per vincere la guerra, non la battaglia.

Le battaglie durano anni, decenni. Ma alla fine, quel tarlo, la vince quella guerra.
Capita.
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