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Uno sguardo è per sempre


Ci sono cose che ti segnano tutta la vita.
Nella mia, sono gli sguardi.
 
Quello di Robin Williams, per me, è stato uno di quelli. In una conferenza stampa lontana, dove intratteneva i giornalisti allo stesso modo come avrebbe intrattenuto un pubblico qualunque, durante le firme di autografi richiesti per dovere, il suo sguardo ha incrociato il mio. Due occhi chiari di adulto buono e saggio, in un silenzio muto fatto di miliardi di parole.
L'ho portato a casa quello sguardo in cui, chissà perché, lessi timidezza, solitudine, fame di complicità.

Mi viene in mente poi lo sguardo rassegnato di un mio fratello che, in punto di morte, cercava il mio per la necessità di farsi accompagnare dolcemente in un viaggio che sapeva di dover fare. In quello sguardo c'era il dispiacere di lasciarmi, la gratitudine per i miei sacrifici. Era un gatto, ma solo per gli altri. E io, per lui, non ero solo un essere umano.

Tra i ricordi indelebili c'è anche uno sguardo paterno. Di un uomo che non dimentica di essere padre anche se gli sta crollando il mondo addosso. Che si trattiene dal confessarti il suo terrore perché tu sei comunque la sua bambina, da proteggere, fino alla fine. Il terrore, però, l'ho letto, e ho cercato, con una carezza, di fargli sentire il mio amore, quello di tutta una vita. Chissà se ci sono riuscita.

Ricordo anche sguardi frivoli. Come quello malizioso di Huey Lewis a passeggio a Roma in via Frattina. Sguardo sfoderato con spavalderia dopo aver abbassato i Ray Ban, che partendo dalle mie gambe abbronzate saliva su e poi mi puntava il viso, mentre i suoi gli elargivano cameratesche pacche sulle spalle. Indimenticabile.

E quello indelebile, indescrivibile, di un uomo che non riusciva a dirmi addio.

C'è uno sguardo, però, che non sono mai riuscita a descrivere come avrei voluto. Ricco e pieno di tante di quelle cose che, forse, complice la mia giovane età, non potevo comprendere ma solo intuire.
Occhi di un azzurro intenso che ti mettevano a nudo e, al tempo stesso, ti facevano sentire parte del suo mondo. Occhi che mi hanno abbracciato, e compreso, e amato, e rimproverato, e osservato, sguardi rapidi, essenziali, profondi, fermi, inquietanti e rassicuranti.
Quelli erano gli occhi di Karol Wojtyla. 
Per sempre nei miei, insieme a tanti altri. A riempirmi giorni luminosi e notti buie. 

Huey Lewis and The News - Stuck with you

Margherite

Nella vita ho sempre seguito il cuore. Non che la testa non funzionasse, ma ascoltavo sempre lui per primo.
Tutto sommato, m'ha sempre detto bene.
Fino ad un certo punto, in cui ho cominciato a comportarmi da adulta.
Forse lo sono diventata, ma non so se m'è convenuto granché.

A questo punto ho due possibilità: fare marcia indietro e tornare a fare apparenti scemenze, accettando ancora di prendere in faccia quello che porta il vento, oppure continuare sulla strada della razionalità.
Sceglierei la seconda, se non fossi così triste nel farlo.
Potrei vivere a metà strada, ma non mi viene.
Potrei tentare di stare in bilico, come fanno gli equilibristi di mezzo mondo.

Chi l'ha detto che crescendo s'impara?
Adesso basta sangue...


Henna - Lucio Dalla

Musica senza fine



Ventidue e trentacinque.
La pillola non l'ho presa ancora, ma il cuore è tranquillo, batte nel verso giusto, il verso che porta a te.
Non conosco la meta del mio viaggio, ma è così bello viaggiare che non vorrei mai fermarmi, e infatti non hanno mai tregua le mie dita sulla tastiera, che scrivono e pensano, pensano e viaggiano, da te a me, da me a tutto quello che c'è fuori da me, vicino e lontano, soprattutto lontano, quello che non riesco a raggiungere, nemmeno con l'immaginazione, quello che fa rima con la musica che sentono le mie orecchie, fa rima con i sorrisi, le lacrime, la leggerezza, l'acqua e l'aria fresca sul viso.
Più tempo passa nei miei occhi e più è grande la voglia di respirarla e di assaggiarla tutta questa vita, di non lasciarne neanche un momento al caso.
Ma neanche uno di quei momenti, passati, presenti e che verranno, è senza note.
Tutto è musica nella testa, nel cuore e nelle mani. Per questo temo la morte. Il silenzio non fa per me.
Suona sempre amore mio, suona per me, anche quando penserai che non ti ascolterò.
Suona sempre, non fermarti mai. Suona suona suona...

Seal - Love won't let me wait

La Grande Bellezza dell'Immortalità

Mi sono rotta un piede, la scorsa estate, per fare la splendida sopra tacchi di oltre 12 centimetri.
La Grande Bellezza l'ho visto su una carrozzina, in un'arena all'aperto piena di zanzare e di rumori, passaggi intermittenti della metropolitana che viaggia all'aperto, a pochi metri da lì.
Roma non è solo Bellezza. E' anche rumore, puzza e fastidio. Se la conosci bene lo sai che è anche molto brutta, sporca, distratta, insensibile, crudele, cieca e sorda. Colpa di tutti, di quelli che ci vivono e di quelli che ci passano. Ineducati, irrispettosi e poco lungimiranti.

A me il film ha divertito. Non mi è dispiaciuto, non mi è piaciuto. Bella la fotografia, la regia, la sceneggiatura. Il cinema è arte, e l'arte è emozione, e certamente questo film ne suscita di emozioni. Belle e brutte.
A me ha fatto ridere, intristire, a tratti m'ha pure fatto schifo.
Forse la cosa migliore che ha saputo fare Sorrentino in questo film, è tirare fuori il meglio da ogni singolo partecipante. La Ferilli può fare la Ferilli; e l'ha fatta bene. Verdone può fare l'attore drammatico; e l'ha dimostrato. Serena Grandi può fare quello che ha fatto. Servillo può fare tutto.
Roma, dal canto suo, è unica nella parte de La Magnifica, presa a pretesto, suo malgrado, per rappresentare ogni genere di bellezza, quella dei luoghi e quella dell'umanità tutta.
Perché Roma è così, si è sempre prestata a tutto. Anche per questo è immortale.

Posso vedere 'La Grande Bellezza'?
No.
Perché?
Non è un film per te.
Ma io sono grande!
Non abbastanza.
Non abbastanza per cosa?
Non hai mai visto Fellini, non conosci il cinema degli anni '60. Non sai chi era Serena Grandi prima di diventare così. Non hai mai ballato e cantato come una pazza le canzoni di Raffaella Carrà. Non sai com'era bella Roma quarant'anni fa.
Ma è un bel film?
Sì e no.
Cioé?
Un bel film è qualcosa che emoziona. Questo di certo lo fa, ma niente altro.
Perché?
Perché una bella copia è comunque una copia.
Ma ha preso l'Oscar!
Sembra che la mediocrità sia un male di cui si stia ammalando tutto il mondo.
???
Se non ci sono cose belle, i premi vanno a quelle meno brutte.
Ma tu che vedi stasera?
Credo che vedrò la trasmissione su Lucio Dalla su Raidue, oggi era, è, il suo compleanno. Sarà retorico, come tutti gli omaggi, ma... preferisco quello.

La Grande Bellezza due volte, no. Le canzoni di Dalla milioni di volte, sì.
A far l'amore comincia tu - R.Carrà, B.Sinclar

Dischi d'oro e di cartone


Sto ancora smaltendo la sbornia sanremese.
A due giorni dal termine della manifestazione ancora non riesco a parlare d'altro. E mi scappa da scrivere, perché c'è ancora chi si stupisce o viene deluso dalla presenza di certe figure al Festival. Perché?
Sanremo è una vetrina ambitissima, una delle poche, in Italia, a garantire una tale visibiltà in così pochi giorni.
Perchè un cantante famoso non dovrebbe parteciparvi? Lo vedono almeno sette/otto milioni di persone. Nei giorni successivi ne parleranno altri svariati milioni. E se fa "l'ospite" lo pagano pure, e profumatamente. Dov'è il compromesso, dov'è la vergogna di cui qualcuno parla? E anche ammesso che qualcuno, in passato, l'abbia snobbato e ora non lo faccia più, da dove viene lo stupore?
I cantanti fanno solo quello che fa ciascuno di noi: tirano acqua al proprio mulino. 

Allora penso a quando un album, per conquistare un Disco d'Oro, doveva vendere 1 milione di copie. Uno dei primi artisti italiani ad ottenerlo fu Domenico Modugno. Il suo "Nel blu dipinto di blu" ne vendette addirittura 22 di milioni...
Per carità, di canzoni come quella non se ne scrivono tutti i giorni, ma è così triste pensare che nel 2014, per ottenere il Disco d'Oro, basta venderne 25.000.

L'inguaribile crisi del mercato discografico viene tamponata tagliando, a colpi di machete, il numero di copie necessarie per conquistarlo, e annoverando, tra le copie, anche quelle digitali. Un po' come si fa per i livelli consentiti di inquinanti nell'aria. Brutta storia.
Così come aumentano i tumori e le malattie causate dallo smog, allo stesso modo la discografia si ammala sempre più, cercando di nascondere la mano con cui fuma la sigaretta che la ucciderà. Modifica i criteri per la certificazione delle vendite ma, soprattutto, produce prodotti più che mediocri - che ci somministra spudoratamente, a dosi massicce - che spesso puntano su un personaggio popolare (magari per motivi diversi da quelli artistici), su un prodotto del momento. Che come ogni moda è destinato a passare. Ma in fondo, il mercato si è solo adeguato.
Qualcuno dice che è colpa della pirateria.  Ma per piacere...
Come spesso accade, il sistema stesso è responsabile (complice di sicuro) della morte del sistema stesso.

Negli anni '80, quando i prezzi dei dischi erano alle stelle, si diceva che i costi così elevati fossero dovuti alle spese sostenute per finanziare i nuovi impianti di produzione per i nuovissimi CD. Le riviste specializzate e gli stessi negozi di dischi cominciarono a denigrare il vinile e, piano piano, giradischi, bracci e puntine divennero oggetti malvisti, innominabili e introvabili. Già...
Il Compact Disc costava la metà di un disco vinile e rendeva il doppio. Solo che costava pure il doppio.

E' stato lì, in quegli anni, che è cominciata la crisi. E, mi dispiace ammetterlo, tutto questo è accaduto per una precisa strategia, decisa proprio a tavolino. La pirateria è sopraggiunta di rincorsa, ovviamente. E c'ha inzuppato il biscotto.
Ne parlo oggi con tristezza, con una decennale nostalgia per il vinile appena lenita però dal recente accoglimento, in famiglia, di un piatto perfettamente funzionante.
Con cui suonare di nuovo dischi che non avrei mai avuto il coraggio di eliminare.

Ora devo proprio andare.
Ho Mario Del Monaco sul piatto.
Nel blu dipinto di blu - D.Modugno

Felicità



Cosa vuoi?
Vivere
Cosa ti piace?
Piacere
Chi vuoi?
Chi mi vuole veramente
Non ti importa chi?
Importa che ci sia
Come vuoi essere?
Posso essere quello che voglio, ma anche quello che vuoi
Non t'importa essere te stessa?
M'importa essere felice. Come, dove, con chi, può variare
Cosa sogni?
L'amore. Che altro?

C.S.

John Mayer - Say what you need to say

Oltre il destino


Se crediamo che sia il destino a mettersi di traverso per evitare di farci incontrare, allora potremo dire che non ci riusciremo neanche stavolta.
Promettimi che non sarà così.
Con il sole o con la pioggia, per molto o per pochissimo tempo. In auto, in treno o a piedi. Qui o là.
Basta che finisca questo tempo, quest'attesa, che comunque amo perché ci ha fatto conoscere come non mai, come forse non avremmo mai fatto se avessimo continuato a vederci.
Te lo dico convinta, e forte del fatto che so che lo vuoi anche tu. E anche perché so che il sesso c'entra poco o niente. Ce lo chiede la testa.
Poi sarà... meglio, o peggio forse. Lo scopriremo solo col tempo.
Ma t'avrò visto.
T'avrò abbracciato.
Avrò sentito la tua voce, le tue pause, le tue risate.
Di nuovo. Da nuovi.
Il cuore ha bisogno di pace. Ed io ho sempre fatto quello che voleva.
Lo devo a me stessa.
Lo devo a te.
Lo devo anche a chi amo, e mi ama perché sono così.
Vera. 

C.S.
Baby Come To Me - James Ingram ft. Patti Austin  


Bianco e nero



Nei programmi postprandiali la tv ci parla della povertà degli italiani che, ahimè, nel prossimo anno, a causa dell'aumento delle tariffe, diventeranno ancora più poveri. Si prevede un esborso di circa 1.400 euro in più a famiglia. Ma tranquilli... Domani si vota il decreto Milleproroghe. Forse, nel nostro piccolo, li recuperiamo sti' 6 miliardi e rotti di euro che altrimenti andrebbero in fumo.

Allora mi vengono in mente altre cose da recuperare. Come ad esempio quegli 11 miliardi di dollari in pietre preziose che addobbano l'alberello di Nalale dell'hotel Emirates Palace di Dubai? Non che la fame nel mondo si risolva così, con due zaffiri... Però, chi ha sborsato i soldi per l'addobbo dell'abete a quattro piani, potrebbe pure dare le palline in beneficienza, dopo la Befana...
Ma manca poco a Capodanno, dobbiamo pensare positivo, lasciarci alle spalle questo schifo di 2013. Noi, da bravi romani, preferiamo buttarla in caciara...

E io?
Sono arrabbiata sì, se bevessi caffè lo sarei ancora di più, perché dal 1° gennaio sarà possibile aumentare fino al 6 per cento, anche in barba ai contratti stipulati, il prezzo del caffè dei distributori automatici.
 "Non ti smentisci mai", mi dicono, "devi sempre vedere bianco o nero, mai grigio".

Già. Il grigio mi fa schifo.
Sono sempre i sogni a dare forma al mondo
Sono sempre i sogni a dare forma al mondo, Ligabue

Waiting on the World to Change


Alzi la mano chi non ha mai avuto a che fare con i "bastoamestesso". Sono certa, è capitato a chiunque di incontrarne. Quelli che non ti trattano da pari e quelli che non gliene frega niente di trattarti, o perché si bastano, o perché si sentono talmente superiori che anche darti confidenza è troppo.
Quello che mi chiedo è se questi signori sanno che, chi gli sta di fronte, ha un solo modo di rapportarsi con loro: prenderli per i fondelli. Eh già, cari miei, per avere un qualsiasi dialogo con voi occorre solo prendervi in giro: dirvi quello che volete sentirvi dire, farvi credere di pensare quello di cui siete già convinti... Ma che noia. A me non diverte affatto.
Lascio quindi scivolare discorsi e rapporti, e spero di non avere più a che fare con questi individui ottusi ed incorreggibili.
Come si fa a non ascoltare le idee di un altro? Come si fa ad interessarsi solo al proprio simile? Come si fa a non essere incuriositi da chi è diverso da te? Io non riuscirei a vivere senza soddisfare queste curiosità, attraverso tutti i miei sensi.
Basterebbe solo ascoltare per capire... cambiare... salvarsi...

Waiting on the world to change


Human rights

Sono stanca di essere comprensiva, ragionevole, sensibile, paziente, discreta, superiore.
Sono solo un essere umano.


Quando viene dicembre






La forza di un sogno



Mia figlia deve fare un tema. Si lamenta, non riesce a capire la traccia che dice: L'amicizia. Siamo tutti diversi eppure in fondo siamo tutti uguali. Non trova il nesso tra la parola e la frase.
Ci penso.
Anche a me sembra che non ci sia il nesso, ma non è così. Ho sempre sostenuto la forza e la bellezza della varietà. Il nesso lo trovo, ne parlo con lei. Io non ho nemmeno un amico che somigli ad un altro, e questo mi piace molto. Adoro i loro gusti diversi, le loro manie. Cerco di capire le loro fissazioni e quando non le capisco le accetto e basta. Da ognuno imparo qualcosa di diverso, ognuno mi arricchisce.
"Pensa. Poi scrivi quello che senti...". Aggiungo "Correggi dopo".
Mia figlia sembra aver capito cosa intendo. E si allontana di corsa per mettere nero su bianco l'idea che gli è balenata in testa.

Io accendo il pc e sorrido. E bello scoprire che tra gli amici c'è chi, come te, riesce a fermare un'emozione scrivendo parole. Non per ottenere consensi, non per cercare applausi, solo per il piacere di farlo. Sono felice. Ho passato un bel pomeriggio di sole in compagnia di amici belli. Ascoltando, più che altro, un po' in disparte. Mi piace farlo ogni tanto, perché ascoltare significa conoscere. E imparare. 
E penso che in fondo, a chi sta crescendo, si dovrebbe far capire la gioia che si prova a fare qualcosa che ti piace. Poi, può anche succedere che il tuo piacere si trasformi in un mestiere che ti realizzi. Succede molto più spesso di quanto si possa credere.

Penso a Maurizio, ieri, che scende solo in una cantina che sa di muffa, e oggi che sale su un palco di uno stadio insieme a migliaia di persone. Penso a Rocco, ieri, che ti saluta frettolosamente per non perdere la metro delle undici e mezza, e oggi, che si attarda a firmare autografi nei cinema dove vengono proiettati i suoi film. Penso a Luca, ieri, che esce a fatica dalla sua Fiat 126 azzurrina stipata di bagagli, e che stasera entra senza alcuna difficoltà nella parte di Adriano Olivetti.
E sono felice per loro, a cui voglio bene, così come sono felice per tutti quelli che credono in quello che fanno, con gioia. Che siano artisti, operai o impiegati. Che siano padri o madri. Penso anche a me.

Lo stand-by non mi si addice, ma devo riconoscere che ha una sua funzione. Ora è tempo di andare oltre.
Coraggio Caterina, credici ancora. Coraggio Italia, credici sempre.
La forza di un sogno (e della speranza) non ha eguali.

Non sempre si è come si vorrebbe essere. Ma ci si prova... Sempre. 
Ai miei amici. Ai miei sogni. 

Là, Lucio Dalla

Quell'amore là che degli amori non ha i guai


Perché nessuno ci crede?
Perché non è possibile, per qualcuno, credere che si possa scegliere di non volere?
Ci siamo baciati una sola volta, e subito dopo abbiamo riso, ne abbiamo riso così forte da far tremare tutto il mondo di quelli che credono di sapere tutto, che sanno, che invidiano, che insinuano e che sono bravi a trarre conclusioni. Tutti quelli che non credono che il mondo sia fatto di esigenze diverse, che non hanno a che fare con la carne, o almeno, ne hanno a che fare in maniera marginale, solo perché ti hanno insegnato che un uomo e una donna si attraggono, e anche tu, infarcito di luoghi comuni, confondi l'attrazione fisica per un altro tipo di urgenza.
Ma capita, per fortuna, di farle certe esperienze, e solo quando ti ci scontri capisci che quello di cui parlano gli altri non c'entra affatto con quello che stai vivendo tu.
Sono fortunata, non c'è che dire. Sono riuscita a godere di rapporti così, e non solo con te. Rapporti che mettono paura ai non educati sentimentalmente, a chi non riesce a sentire, perché fanno impallidire il più grande degli amori, che pure finirà, come è finito tutto il resto, come finirà anche quello che sto vivendo.
Nascere di sesso diverso è solo un'opportunità in più. Che io non voglio smettere di cogliere, perché la vita è prendere e dare, e niente altro. Ed è quello che voglio più di tutto. E non solo da un figlio, da un padre, da un marito. Non mi basta. Voglio quello che mi apre il cuore e la mente, voglio quello che mi fa ridere e che mi fa piangere, voglio tutto se posso averlo senza pretenderlo e senza comportarmi male.
Lo so cos'è il male. E non è questo.
Continua a ridere degli altri, amico mio, anche se ci hanno insegnato che non si fa. Continua a non dubitare di te stesso, anche se ci hanno detto che sarebbe sempre meglio farlo. Continua a credere di essere il migliore, perchè lo sei, perché ognuno, a modo suo, lo è.
Quando ci ritroveremo, riderò forte anche io, con te. Nel frattempo, lo farò da sola, quando nessuno capirà...
Brothers in Arms, Dire Straits
C.S.

Noi no.

Quei due sono sempre dietro l'angolo, e occorre pazienza e lavoro duro per non diventare così. Gli altri brutti sé sono sempre in agguato. La voglia di arrendersi arriva ad ondate, ma per fortuna le onde arrivano e poi vanno via.  Aver già speso ogni lacrima può fare la differenza?


Non è niente
e tutto sta in quel niente
e tutto sembra uguale a sempre
intanto i due lì accanto
sono quasi al conto

Lui non parla tanto e spiega
come un maschio alla deriva
con il raschio che gli annega
giù nella saliva

Lei ha un'aria persa
da uscita di scuola
e ogni tanto si versa
una mezza parola

Lui si sofferma
a guardare l'orario
ma la vita ferma
su un altro binario

Cuore e amore
qui non fanno rima
non è come un quiz
e quella giusta è l'ultima risposta
non la prima

Lei che fa una faccia apposta
e sbraccia nella luce brutta
che si butta sul vestito
che la tocca tutta

Lui con la ruga
di quando è un po' tardi
la linea di fuga
di tutti i suoi sguardi

Lei è già quell'altra
che ha la stessa voce
ma un po' meno scaltra
e un po' più feroce

Lui vede sé dentro un riflesso
Lei che non c'è sempre più spesso

Ma che cosa è mai
è splendore per pochi angeli
è dolore per tanti diavoli
e per gli uomini è amore
Specchio degli déi
che a sorprendersi lì dà i brividi
fino a prendersi graffi e lividi
ed arrendersi come quei due

E sono aghi di pino
al vento che ha soffiato su
un momento
per buttarli lì vicino
e illuderli di aver volato

Lui ha un sorriso più smagliato
e si specchia e taglia
strade di tovaglia
e quella storia vecchia
che già impaglia

Lei che s'appoggia
e si riempie il seno
e su guance di pioggia
occhi d'arcobaleno

Lui l'accarezza
col dorso di una mano
e quanta bellezza
che cade lontano

Lei a mento in su e un lato solo
Lui a testa in giù caduto in volo

Ma che cosa è mai
è un rumore di quanti battiti
è un rancore di troppi fremiti
e per tutti è l'amore
Favola da eroi
che pretendersi lì è da stupidi
per nascondersi poi da pavidi
e perdersi come quei due

Non è niente
e tutto sta in quel niente
e tutto sembra come sempre
non è niente
e intanto i due lì accanto
sono al conto

Ma che cosa è mai
è il bagliore di alcuni attimi
è l'errore di mille secoli
e per sempre è l'amore
amore e muore prima o poi
con lo svendersi il cuore e l'anima
con lo spendersi ogni lacrima
e rendersi conto che siamo noi
quei due

Il tempo di vivere te

Devo farlo, mi capisci?
Sì, anche io
Solo che ci vorrebbe del tempo, se avessi solo poche ore penso non riuscirei a dire nulla
Non ci credo...
Hai ragione, mi basta guardarti negli occhi, sfiorare le tue mani... scusami
Nooooo, continua ancora un pò 
Voglio sentirti parlare, respirare. Devo sentire le tue pause... Quando parli, poi serri le labbra e mi guardi in silenzio... un'immagine indelebile nella mia mente. In quei silenzi c'è un mondo che non conosco. E che non conoscerò mai. Ma è proprio quello che mi fa pensare a te, tutto quello che non afferro. Ma percepisco.
Ci sentiamo domani e continuiamo

Sai bene che non sarà così

L'alfabeto degli amanti, Michele Zarrillo

Da qui... fin laggiù

 Chi l'ha detto che non mi senti,
 Chi l'ha detto che io non ti trovi
 Tutto è luce, suono ed oblio
 Mentre la voce è sempre e ovunque
 E il silenzio delle distanze è sotto le unghie

Bungaro, Guardastelle
 
Da qui, mi piace calcolare le distanze 
Da qui, proiettami nello spazio siderale 
Da qui, da qui, da milioni ad occhio e croce di persone 

Da qui, ho conosciuto la costellazione 
Da qui, senza mai guardare dentro un cannocchiale 
perché la mia vista vede, è una lente naturale 

E ho fantasia e posso anche volare 
La fantasia lo sai ti fa volare 
 
Guardastelle, guarda, 
in questo mare di stelle, 
mi perderò con te 

Guardastelle, guarda, 
è un cielo di fiammelle, 
il buio più non c'è

Da qui, mi stacco da terra ad immaginare 
Da qui, chissà, se c'è un mistero grande da scoprire 
Da qui, una libera preghiera per una pace da inventare 

E ho fantasia e posso anche volare 
La fantasia, lo sai ti fa volare 

Guardastelle, guarda, in questo mare di stelle,
 mi perderò con te 

Guardastelle, guarda, 
è un cielo di fiammelle, bruciano per te 

Sotto il cielo la terra, 
ogni uomo una stella 
Una speranza sospesa, 
tra la scienza e la guerra 
Una speranza sospesa, 
tra la scienza e la guerra 

Guardastelle, guarda, 
in questo mare di stelle, 
mi perderò con te 

Guardastelle, guarda, 
è un cielo di fiammelle, 
è un cielo di fiammelle...


Silence, please

Mi sono pentita mille volte per avere parlato.
Mi sono pentita dieci volte per aver taciuto.
Fa' silenzio... E ricominciamo


Low Rising by The Swell Season on Grooveshark

Raf, Non è mai un errore

                                                                  Non è mai un errore, Raf

Entrerò nei tuoi pensieri di una notte che non dormi e sentirai freddo dentro. Entrerò dentro ad un sogno, quando è già mattino, e per quel giorno tu mi porterai con te.
 

Ermetismo on-line

Nadire Dance by R.Jermano on Grooveshark
Chi sei?
Quello che ero
Cos'eri?
Quello che credevi che fossi
Allora non sei cambiato?
Dipende...
Da che?
Dal punto di vista
Dal tuo come ti vedi?
Con venti chili in più
Rispetto a quando?
A quando pensavi che fossi quello che non ero
Allora forse adesso sei quello che sei, non quello che credevo fossi
Per qualche chilo in più?
No. Perché adesso sei sincero

Forse sì, forse no...
                                                                  C.S.

Niente più

A TE

Tu sei quel respiro che mi toglie ancora il fiato
il solo nome che mi viene come cerco le parole...


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