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RiSanremo

Il Salzano bis non mi è piaciuto, brutti pezzi e orribili testi (del programma), ma mi sono divertita per tanti altri motivi... grata di aver sentito la voce del mio adorato Jack Savoretti e rivisto il sorriso di Tony Hadley. Mi è piaciuta "Emozioni" di Battisti per l'arrangiamento sapiente e originale e l'interpretazione rispettosa del duetto Baglioni/Mengoni. Stupore per il pezzo di Anastasio (come scrive 'sto ragazzo) e occhi lucidi per la voce di Serena Rossi, che credo abbia sentito davvero il pezzo di Mimì, alla quale, dovunque si trovi in questo tempo, spedisco fermo posta il mio pensiero. Le ho voluto bene, come lei ne ha voluto a me 😘
#Sanremo2019




E Claudio ancora sia (ma poi basta)


Avere grandi aspettative aumenta sempre la percentuale di probabilità di restate delusi, ne sono consapevole, ma è quasi impossibile non averne nei confronti del Festival di Sanremo.
Il potente inizio da stadio, lo ammetto, per un paio di minuti ha alimentato le mie onnipresenti aspettative. Ma l’incoraggiante “via” di Baglioni e la certezza della solida presenza di una coppia di bravi come Bisio e Raffaele, sono stati velocemente sostituiti dal progressivo appalesarsi di uno spettacolo annoiante, in una serata faticosa e anche un po' triste. Un audio pessimo, che mette ancora una volta in discussione le capacità tecniche, mi duole dirlo, degli addetti ai lavori della Rai, e una coppia di comici ingabbiata in testi tutto tranne che brillanti di dieci autori (10!) a cui a stento riuscivano a dar voce nel tentativo di restare credibili. Peccato.
E le canzoni? Ecco, parliamo di quelle. Quelle quali?

Non sono un millennials, ma per natura e per mestiere posseggo anch’io le tre qualità che si attribuiscono a questa generazione connected (iper), confident e open to change. Voglio dire che non faccio parte di quella fetta di pubblico, generalmente più attempato, che ha estremo bisogno della parte melodica di un brano per riconoscerlo tale. Ma i pezzi che ho sentito ieri sera li ho trovati, per essere buona, inesistenti. Non credo che lasceranno segno alcuno nella storia della musica e, personalmente, non mi hanno smosso proprio niente. D’altra parte non mi sento nemmeno di criticare la scelta del direttore artistico il quale, ne sono certa, non avrà avuto a sua disposizione materiale molto migliore di quello che poi effettivamente ha scelto. Durante la prima serata, in un breve attimo di follia, ho perfino ipotizzato che Baglioni avesse architettato questa edizione per far sì che non gli si chiedesse di farne un’altra… Ma figuriamoci... Niente di tutto questo. Anche perché a lui, onestamente, dall'alto della sua carriera e della sua attuale popolarità, non sposta granché se l’auditel lo boccia. E quindi?
Quindi mi dispiace. Mi dispiace proprio assistere ad uno spettacolo che non mi piace per niente. Non mi piace per niente che le canzoni che vengono proposte passino come la crème de la crème della musica leggera italiana (non è così, per fortuna).

Aspetto il prossimo anno, con il solito entusiasmo e le solite aspettative.
Di Claudio ne abbiamo avuti abbastanza. 
Aspetto il Festival di Mario.

© Caterina Somma


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