Asteroidi nel tempo

Nessun asteroide entrerà in contatto con la terra.
Sono affermazioni come questa a farmi tremare. Come quelle del capo della Protezione Civile, quando afferma che lo sciame sismico è sotto controllo, e la gente può tornare a dormire sotto le lenzuola.
Temo, come ho tremato sabato sera sulla sedia di legno a dondolo, illusa che il tremore fosse dovuto al gatto che giocava sotto ai miei piedi, confortata dall'apparente immobilismo del lampadario sulla mia testa.
La scossetta di terremoto, due giorni dopo l'asteroide e sei giorni dopo l'annuncio delle dimissioni del Papa, sta a lì a ricordare le nostre fragilità, l'inconsistenza delle nostre esistenze, la forza della natura che, se deve manifestarsi, lo fa pure mentre sul palco dell'Ariston si stanno contendendo la vittoria del Festival di Sanremo.
Ed è pura coincidenza - ci dicono - se il meteorite che ha fatto sfracelli in Russia sia caduto il giorno in cui era previsto il transito dell'asteroide tenuto d'occhio da tempo.
La natura fa il suo corso, pure se manca solo qualche giorno alle elezioni politiche. Con rassegnata accettazione ne prendiamo atto.
Questo però non vuol dire che con la stessa rassegnazione siamo obbligati a subire tutto quello che ci passa accanto o ci viene imposto, specie se da altri esseri umani. Nasce ogni tanto qualcuno che ce lo ricorda.
Oggi, nel 1600, anche sul rogo Giordano Bruno continuava a sperare "verrà un giorno che l'uomo si sveglierà dall'oblio e finalmente comprenderà chi è veramente e a chi ha ceduto le redini della sua esistenza, a una mente fallace, menzognera, che lo rende e lo tiene schiavo...".
Ma la conosceva, Bruno, questa classe politica? Forse sì. "L'uomo non ha limiti e quando un giorno se ne renderà conto, sarà libero anche qui in questo mondo", disse anche.
Caro Giordano (perdoni il mio affettuoso appellativo), il risveglio delle coscienze, ciclicamente, c'è stato e c'è.
Ma dopo ogni rivoluzione, va a sbattere inevitabilmente contro il muro degli interessi personali; di fronte ai quali, i limiti umani tornano a manifestarsi in tutto il loro cinico e drammatico splendore.
Che resta? Il libero arbitrio.
© Caterina Somma - Tutti i diritti riservati
Asteroids in the Distance
Image Credit: R. Evans & K. Stapelfeldt (JPL), WFPC2, HST, NASA

Non-morto un Papa se ne fa un altro


Ero in una sala d'aspetto di un policlinico romano, annoiata dagli eterni tempi d'attesa delle visite mediche, quando il televisore approntato per quietare i pazienti non pazienti ha trasmesso l'edizione straordinaria del telegiornale. La sala, improvvisamente silente per raccogliere rassegnata qualunque tragica notizia, ha invece accolto le dimissioni del Papa con un deciso sollievo, che trasmetteva con ironico stupore, tra sorrisi, sguardi increduli alla ricerca di altri sguardi, complici, una volta tanto, di un evento unico ma non drammatico. Diciamo la verità: oggi fa più male scoprire quanto si deve pagare d'Imu che apprendere che il Papa lascia.

Non sono anziana ma neanche così giovane da non cercare, nella memoria, un evento analogo nella storia recente dell'umanità, e mentre continuavo a dirmi che l'atto non era cosa giusta, ho ricordato qualche papa rinunciatario in epoche lontane. Ma nella mente riuscivo solo a pensare al gesto di Celestino V, ufficialmente spinto all'abbandono "per umiltà e debolezza del corpo e la malignità della plebe" ed effettivamente stufo di pontificare sotto le pressioni di Carlo d'Angiò. Ma non c'è niente da fare: anche se i motivi che lo spinsero a rinunciare sono stati storicamente compresi, nella testa di noi italiani, figli di Dante Alighieri, il povero Celestino sta all'inferno, e lì deve restare. E anche se la logica ci dice che Napolitano ha ragione quando parla di gesto "di straordinario coraggio" da parte di un uomo che non se la sente più, fisicamente, di svolgere il suo ruolo, restiamo perplessi. Comprendiamo le dichiarazioni di Berlusconi che dice che se Benedetto XVI si dimette è "per garantire alla Chiesa Universale un governo saldo e forte" e apprezziamo perfino lo sforzo di Bersani, che tranquillizza dichiarando che "questo Papa non prende decisioni per debolezza ed è un grande teologo".
L'abbiamo capito: si può fare. 

Ma un cervello ce l'abbiamo pure noi. Ce l'ha pure tutta la gente di stamattina, in quella sala d'attesa, che, mentre lo speaker del tg riporta le dichiarazioni ufficiali della stampa vaticana, parla di periodo "carnevalesco", sotto tutti i punti di vista... Nessuno giudica il Papa, forse non si permette così, a freddo, ma qualcuno tira fuori i segreti della Chiesa, invoca la verità su Emanuela Orlandi. E qualcuno si chiede che effetto avrà questa decisione sulle prossime elezioni politiche

Nella testa si scatenano i pensieri più vari. La prima cosa che mi viene in mente è che l'11 febbraio, anniversario dell’apparizione di Nostra Signora di Lourdes, è la data della firma dei Patti Lateranensi tra Santa Sede e Stato italiano che, così, "risolvono ed eliminano la Questione romana". Mi viene perfino in mente un articolo che ho scritto due anni fa sul numero 11, numero Maestro, dal grande potere esoterico... Me lo rileggo. Che guaio...  
Mi viene in mente Nostradamus e Malachia, che nella profezia in cui elenca i papi, dopo il 111-esimo (che dovrebbe essere proprio Benedetto XVI "Gloria Olivae"), interrompe la numerazione, e il 112-esimo lo chiama Petrus Romanus senza indicare il numero e scrivendo: "In persecutione extrema Sanctae Romanae Ecclesiae sedebit Petrus Romanus, qui pascet oves in multis tribulationibus; quibus transactis, civitas septicollis diruetur, et Judex tremendus iudicabit populum suum. Finis". Chi è Pietro Romano, il papa-non papa (perché eletto in modo diverso?) sotto cui crollerà la Città dei Sette Colli? 

No, no, non mi va di entrare nel circolo vizioso delle interpretazioni di profeti e profezie. Ma una curiosità astrologica mi impone di dare un'occhiata al suo tema natale. Scopro così che le "dimissioni" sono state pronunciate all'indomani di una Luna Nuova in Acquario che, nel tema natale del Papa, si accompagna a ben 6 pianeti (Sole, Luna e Venere + Marte, Mercurio e Nettuno) nella sua XII Casa natale, tra Acquario e Pesci. Urano, in I Casa, è il regista della scena.
Senza farla lunga e per i non addetti: che Joseph Ratzinger sia stanco e non se la senta di andare avanti è plausibile, ma tutto quell'affollamento di pianeti nella casa delle prove e dei segreti, odora di mistero. Magari è vero che c'è qualcosa che non ha saputo gestire...  

Lascio stare pure l'astrologia e torno coi piedi per terra.
So, per mestiere, che 50 anni fa, proprio l'11 febbraio, i Beatles incidevano in un sol giorno, negli study d'Abbey Road, il loro primo album. Se non sono stati una rivoluzione i Beatles... Domani inizia il Festival di Sanremo: chissà se la notizia avrà un'eco anche dal palco dell'Ariston. Comunque, personalmente apprezzo che il Papa abbia evitato Twitter (almeno fino ad ora) per comunicare una cosa così importante.

Intanto, su Facebook, notizie e immagini collegate alla decisione di Benedetto XVI si moltiplicano. E a parte gli ovvi fotomontaggi sul possibile successore del Papa (Silvio in abito talare), l'immagine che non mi tolgo dalla mente è quella del fulmine che casualmente, proprio ieri, si è abbattuto sulla cupola di San Pietro. La foto sembrerebbe autentica, ma anche se non lo fosse...  
Citando una canzone della Tosca di Gigi Magni... anche se siete innocenti, "tremate lo stesso, cacateve addosso".

© Caterina Somma - Tutti i diritti riservati


Il tempo di vivere te

Devo farlo, mi capisci?
Sì, anche io
Solo che ci vorrebbe del tempo, se avessi solo poche ore penso non riuscirei a dire nulla
Non ci credo...
Hai ragione, mi basta guardarti negli occhi, sfiorare le tue mani... scusami
Nooooo, continua ancora un pò 
Voglio sentirti parlare, respirare. Devo sentire le tue pause... Quando parli, poi serri le labbra e mi guardi in silenzio... un'immagine indelebile nella mia mente. In quei silenzi c'è un mondo che non conosco. E che non conoscerò mai. Ma è proprio quello che mi fa pensare a te, tutto quello che non afferro. Ma percepisco.
Ci sentiamo domani e continuiamo

Sai bene che non sarà così

L'alfabeto degli amanti, Michele Zarrillo

Upgrade



L'upgrade 2.0 - effettuato forzatamente e senza reciproca necessità - comprende l'abbassamento del limite di confidenza e l'aumento del limite di sopportazione.
Mi sa che l'upgrade conviene a uno solo.
Aspetto il 3.0?
Oppure lo faccio io?

______________________________________________ Ti curo e ti cresco e se vuoi ti accudisco ___ perché siamo lumache e gatti selvaggi ___ Pensieri attutiti dai troppi rumori ___ questo tempo che scorre ci rende più forti ___ Una storia infinita di 3000 puntate ___ siamo gli esclusi e siamo fuori di noi ___ siamo una rotta e una flotta di fiori da soli ______ Se rinasco ti sposo ogni volta che posso ___ se mi ami davvero non amarmi sul serio ___ se rinasco mi sposto ogni volta che posso ___ se mi ami davvero ricomincia, ricomincia... _______________________________________ Ti curo e ti cresco e se vuoi percepisco ___ questa voglia che hai di far parte del mondo ___ Avvolta dai dubbi o dalla ragione ___ la paura pian piano diventa coraggio ___ perché siamo i sorrisi di un preciso momento ___ le mie e le tue gambe conoscono il passo ___ l'amore cammina e ci rende più sani ______ Se rinasco ti sposo ogni volta che posso ___ se mi ami davvero non amarmi sul serio ___ se rinasco mi sposto ogni volta che posso ___ ma se mi ami davvero ricomincia, ricomincia... ___ E così ci somigliamo ci osserviamo da vicino _ siamo come certi film che non abbiamo solo visto _ come il mare dentro vive fino all'ultimo respiro _ nelle notti di Cabiria nei racconti del cuscino _ E così ci comprendiamo ci osserviamo da vicino _ siamo come certe immagini che disegnano un destino _ gli amanti del domani il posto delle fragole _ e la passione e la vergogna e la passione e la vergogna ______ Se rinasco ti sposo ogni volta che posso ___ ma se mi ami davvero non amarmi sul serio ___ se… se ... se rinasco… se rinasco

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