L'odore del mare


In quest'estate che non finisce mai, benedicendo il condizionatore e pregando che non si verifichi mai più il blackout del secolo, sdraiata sul letto in penombra chiudo gli occhi, e torno all'estate del 1982.

Sono le cinque del pomeriggio, ho appena aperto le persiane di camera mia dopo aver fatto finta di riposare per far contento mio padre. Il sole splende, scalda il vetro della finestra, ma io devo preparami per uscire. Indosso una maglietta, poi un vestitino leggero, poggio sulle spalle un maglioncino di cotone bianco. Resto un momento a pensare se indossare o meno i calzini prima di infilare le ballerine. Rinuncio, anche se so che fra un paio d'ore me ne pentirò. Scendo le scale di corsa, esco velocemente di casa. Il vento è fresco, alzo il viso verso il sole per catturarne il tepore. Gli occhiali da sole non li ho e non mi servono. Accelero il passo. Mi affretto per raggiungere al più presto i miei amici, tanto non corro il rischio di sudare. Arrivo a destinazione. E dopo cinque minuti rimpiango quei calzini...

Riapro gli occhi. È l'estate del 2012. 
Le persiane sono chiuse. E chi le apre mai. Alle sei del pomeriggio il termometro segna 33 gradi, ma la stazione meteo dice che la temperatura percepita si aggira sui 37. La maglietta serve ad evitare che il condizionatore mi ghiacci il sudore sulla pancia. Se solo servisse a diminuire l'effetto serra e riportare il clima alla sua normalità, ci rinuncerei volentieri, come rinuncerei all'auto e a tutte quelle diavolerie elettroniche che consumano energia, computer compreso. 
L'aria fuori però è irrespirabile. Così resto tappata in casa, e il mare lo vedo dalla webcam.
Ma il suo odore non mi arriva.

Oleta Adams, Get Here

Sono forte, indipendente
ti piaccio così, capace di ogni cosa,
quando scavalco le montagne,
quando reagisco con orgoglio.

So guidare in qualunque condizione,
riaffiorare al bordo anche se ho bevuto acqua,
chiudere porte e riaprire portoni,
con la stessa fibra, mentre gli anni passano.

E sai che c'è?  Che tutto sommato piace anche a me.
Perché le mie debolezze voglio condividerle solo con te.
E stasera non posso.
                                                                                          C.S.

Quando gli uomini avevano i peli


Sarò antica, lo so, ma che tristezza osservare da lontano i problemi di buona parte di una generazione che non ha le idee chiare sui sessi e sui ruoli.

Sì, ho detto ruoli.
Parola che qualcuno detesta o fa finta di non comprendere.
Che tristezza, vedere uomini che hanno paura delle donne, e donne che mettono paura agli uomini.

Nel senso stretto dei termini, non sono femminista e nemmeno maschilista. Credo però, fortemente, che ognuno di noi abbia un ruolo ben preciso da svolgere nella società. E che, quando questo ruolo non si conosce, o meglio, non si "riconosce", tutto ciò che si genera è solo una gran confusione.
Libertà assoluta, per carità, di scegliere di essere come si vuole. E libertà totale di gestire la propria sessualità, tra esseri adulti e responsabili, nel modo che si preferisce.
Ma che tristezza, torno a ribadire, vedere eserciti di uomini depilati e orde di donne virago.

Una società che impone modelli di riferimento maschili e femminili che tendono a somigliarsi sempre più, non mi sa affatto di libertà, di conquista, di modernità. Mi sa invece di paura.

Sì, proprio così, una società che odora di paura.
Paura di sbilanciarsi, paura di assumersi responsabilità, paura di vivere in una forma ben precisa. Perché è più comodo stare con i piedi in due staffe, più facile avere la possibilità di cambiare strada. In ogni momento.

Perché, invece, non insegnare ai nostri figli che ogni sesso ha i suoi privilegi? E le sue responsabilità. Con cui si deve convivere, tutta l'esistenza, e dalle quali non si può fuggire.
Ripenso allora agli uomini degli anni '50, che non avevano vergogna di mostrare il petto villoso. E non spendevamo tempo e denaro ad eliminare il "superfluo", perché non avevano nessuna voglia di assomigliare alle loro coetanee femmine (alle quali, probabilmente, un uomo dai tratti femminei non avrebbe dato nessun affidamento).
E penso con ancora più tristezza alle ragazze di oggi, attratte da corpi maschili glabri, lucidi e anonimi. Le stesse che, a storia finita, accusano i loro ex di mancanza di attributi.
I canoni estetici cambiano col tempo, è vero, e i gusti sono gusti.
Ma questo discorso, per chi non l'avesse ancora capito, non ha niente a che fare con l'estetica.

Sarò antica, già detto. Ma sogno un mondo diverso.
Dove l'uomo non è più signore e padrone, ma è un vero uomo. Che ama, protegge e rassicura. La sua compagna, i suoi figli, la sua famiglia.
Sogno un mondo dove la donna, senza limitazioni né catene, brilli di luce propria, regalando ai figli e al mondo intero la forza, l'energia, la voglia di vita e d'amore, che solo lei sa regalare e diffondere. Magari accanto all'uomo che ama e che ha scelto perché, ai suoi occhi, è quell'essere bello, forte e coraggioso che può garantirle la continuazione della specie.

Anche un uomo con i peli sa fare la spesa, cucinare e lavare i piatti alla perfezione.

George Michael, Amazing

Se l'amore avesse una forma, non sarebbe così sorprendente...



"... I guess that cupid was in disguise
The day you walked in and changed my life
I think it's amazing
The way that love can you set you free... "

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