Lontano. Fino là


E' quasi il tramonto, sono sulla mia terrazza, le gambe rannicchiate sulla sdraio a sorseggiare tè freddo ed assaporare un vento che finalmente dà speranza ad una giornata rovente di città. 
M. si gira, sorride, e mi mette delicatamente la cuffia in testa mentre mi dice "voglio farti sentire una cosa". Come ha fatto altre mille volte, in mille anni. 
Ma stavolta mi passa l'i-phone con un'espressione che significa "ti stupirai" e si allontana... 
Non mi aspetto nulla, ma apro le orecchie e chiudo gli occhi. 

Poi sento la tua voce, ed già è un sollievo, e comincio ad ascoltare. E man mano che le note si susseguono la tua voce vola col vento, il cuore si riempie di cose mancanti e le lacrime cominciano a bagnarmi le guance. 
S. mi vede, mi dà un bacio, ed io continuo a volare con i miei pensieri, le tue immagini, i miei dolori. 

La canzone finisce presto. Tampono le lacrime, la riascolto. Poi M. si riaffaccia sulla terrazza, si inginocchia davanti a me con lo stesso sorriso, mi guarda fisso. 
Io gli dico "E' bellissima". Lui mi prende il viso tra le mani, mi dice: "Lo vedi che sei ancora viva". 

Lo so. Lo sono sempre, pure troppo. 




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